Le prime righe di questa storia introducono il personaggio, come è giusto che sia. Un accenno ai genitori, la presentazione dei due fratelli maggiori e poi, finalmente, fa il suo ingresso in scena Teresa, in una fredda giornata di gennaio. Siamo in un passato non lontano, ancora vivido nella memoria dei nostri nonni, forse ancora più attuale in certi angoli di mondo, e siamo in Sicilia. Una buona famiglia, di bravi lavoratori che hanno saputo costruire e mantenere una casa dignitosa con tre figli in gamba. La vera storia inizia quando Teresa conosce Badù, un Africano che era venuto ad abitare da quelle parti. Un amore che sboccia lento e che, per un imperscrutabile e tragico destino, sembra avere il solo scopo di insegnare a Teresa quanto intensi possano essere i sentimenti, per poi scomparire nel nulla subito dopo. Ci vorranno anni prima che lei riesca ad aprire il suo cuore. Questa volta sembra quella giusta, ma la vita ha in serbo un altro colpo fortissimo. E forse è proprio la morte, paradossalmente, che a volte insegna a vivere. Una storia toccante, costellata di piccoli e grandi ostacoli da superare, per scoprire cosa significhi davvero avere voglia di vivere.
Antonina Vetrano è nata a Menfi 54 anni fa. Ha studiato a Bagheria e si è diplomata in maestra d’arte di moda e costume. Questo è il suo primo libro, iniziato 10 anni fa e tenuto finora in un cassetto.