E, INFINE, IDDIO, MIRANDO LA NATURA, SCORGENDO L’UOMO, DISSE: “FIGLIO MIO...” “SARAI LA CROCE MIA E LA TUA SVENTURA!”
Con queste parole si apre La terrena commedia, un’opera temeraria divisa in tre Cantiche, di trentatré Canti, pari a novantanove Versi ciascuno, equipollenti a novecentonovantanove Endecasillabi alternati, in Terzine rimate. Un’opera – ed è bene ricordarlo – completa e complessissima, che pone le sue radici in un profondo amore per i classici, per Dante naturalmente in primis e poi immediatamente dopo Virgilio, autori con i quali Giuseppe Scannella Restuccia intesse un lungo dialogo.
Un’opera, infine, che pone l’uomo al centro del proprio viaggio esplorativo, nella consapevolezza che la scrittura non si può limitare ad esprimere in versi i propri sentimenti, ma che deve invece diventare strumento di riflessione e pungolo alla critica sociale.
Giuseppe Scannella Restuccia, è nato a Tripoli in Libia, nel 1929. Attualmente vive ed opera a Roma. Autore di numerosi libri, è pittore e scultore.