Né Figlio né Padre è un romanzo di grande onestà umana. Con un tono duro, potremo dire quasi crudo nell’espressività, Roberto Bertuzzi riesce nel difficilissimo compito di parlare della sua vita in maniera lucida, sembrerebbe quasi distaccata, eppure con un’umanità e una tenerezza sorprendenti. Si inizia con una non-infanzia tra istituti che somigliano a carceri, un mondo privo di affetto ed estremamente difficile, dove un bambino arriva ad essere adolescente senza aver mai visto la propria immagine riflessa. L’autore non ricerca la parola giusta, è la stessa realtà, in tutta la sua crudeltà, a trovare ogni volta l’espressione più adeguata per una sofferenza mai del tutto sopita. Un romanzo veramente straordinario che contiene in sé tutta la forza e la bellezza di un moderno neorealismo.
Roberto Bertuzzi è nato a Roma l’8 giugno del 1948. Ha vissuto i primi cinque anni della sua vita presso una famiglia a Frosinone e fino a 17 anni e mezzo in vari istituti in quanto figlio non riconosciuto. Uscito dall’ultimo istituto, ha lavorato in varie officine come fabbro fino ad arrivare alla Voxson. Il 16 marzo del 1978, il giorno del rapimento dell’Onorevole Aldo Moro, fu assunto presso i Servizi di Sicurezza del PCI nella Direzione Nazionale di via delle Botteghe Oscure, dove rimase fino al 1992. Durante quel periodo si è occupato, tra l’altro, della sicurezza dell’Onorevole Giorgio Napolitano, dell’Onorevole Enrico Berlinguer, e dell’Onorevole Alessandro Natta, che aveva ricoperto la carica di Segretario del PCI dopo la morte di Berlinguer. Nel 1989 decise di trasferirsi a Palermo per curare la sicurezza del Segretario del PCI della Regione Sicilia.
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