Forse non esiste il lavoro perfetto. Però potrebbe esistere quello giusto, quello che per qualche motivo, forse anche in modo assurdo, rispecchia qualcosa dentro di noi, qualcosa che a volte si conosce, altre volte no. Luca ha scelto di fare l’infermiere. E tra l’altro gli viene anche bene, perché è un uomo spiritoso che riesce a far ridere persone che, nella grande maggioranza dei casi, hanno ben poco da ridere. Alcuni pazienti hanno vissuto ai margini, altri avevano sogni e progetti che sono stati spazzati via da un solo istante di atroce distrazione, altri stanno semplicemente aspettando che il tempo faccia il suo dovere fino in fondo. Nelle parole di Luca, però, nei suoi racconti, nel modo in cui parla con sua moglie, in ogni suo gesto c’è qualcosa di grandioso, anche in quelli più piccoli, perfino nell’apparente rassegnazione con cui accetta la routine. Ad un occhio attento, ad un animo sensibile, ad una persona profonda non sfuggirà quella grandezza. È merito della penna incantevole di Fabrizio Trezzi, l’autore di un libro che parla la nostra stessa lingua, ma con dolcezza, anche e soprattutto nei
momenti più intensi e drammatici.
Fabrizio Trezzi, classe 1966, mantovano, lavora da oltre 20 anni in ospedale come infermiere professionale e da oltre 30 nel campo assistenziale. “Domani sorge ancora” è la sua prima pubblicazione per Europa Edizioni.